di Paola Nicolini, docente del Dipartimento di Studi Umanistici, Università di Macerata
La collaborazione con Auser si è rivelata già da diverso tempo proficua e preziosa. Da qualche tempo siamo impegnati in ricerche che hanno a che vedere con il benessere negli adulti e nelle persone anziane, perché sempre più è evidente la loro presenza e il bisogno di sentirsi parte attiva nella vita sociale.
Il gioco, da questo punto di vista, si sta rivelando un dispositivo molto efficace, sia per l’attivazione cognitiva necessaria alla sua comprensione, sia per le dinamiche sociali di competizione ma anche di collaborazione che scatena, sia perché permette uno stato mentale di straniamento momentaneo dalla realtà, un essere dentro al gioco che allontana dalle pesantezze della vita quotidiana e sospende per qualche istante l’attenzione dalle preoccupazioni. È un’osservazione ormai costante: dopo qualche minuto di gioco le stanze dei circoli si animano di risate e di un allegro vociferare che ristora anche noi ricercatori e ricercatrici. Così come accade tutte le volte che chi comprende prima degli altri o delle altre la dinamica del gioco o una regola particolarmente complessa da decifrare, aiuti chi è intorno allo stesso tavolo, non importa se un alleato o un avversario.
Molti sono i commenti che raccogliamo alla fine delle sessioni, sempre arricchiti da condivisione di dolcetti e cose buone, segno dell’accoglienza e cifra dell’ospitalità: “Era da tanto che non mi divertivo così”, “E pensare che dicono che sono cose solo per i piccoli”, “Voglio giocare ancora anche a casa, magari coi nipoti”, “Finalmente un’ora senza pensieri: non accadeva da tempo!”.
Questa esperienza costituisce una vera e propria ricerca-azione, perché si raccolgono dati per cercare di comprendere quanto quel fare agisca sul benessere e sull’allenamento mentale di chi partecipa. Sappiamo che rispondere ai questionari e compilare altre schede di rilevazione può essere noioso, difficile, può essere sentito come una complicazione e persino come un’intrusione, ma questo è il modo per poter avere dati su cui lavorare e da interpretare, per progettare altre attività di gioco sempre più confacenti a un pubblico di persone adulte e anziane, sulla base della sperimentazione compiuta. Nel mentre, tuttavia, si realizzano incontri che incidono sulla realtà di chi partecipa, si rinsaldano i legami sociali e si creano le basi per ulteriori attività, si diffonde cultura psicologica e educativa su basi scientifiche, si agisce sul senso di comunità.
Ringraziamo dunque per questa bella opportunità quanti e quante stanno collaborando al progetto.
